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Tamarreide

Tamarreide: la terza puntata da Firenze, città d’arte e di tamarri da rimorchio

Valentina Gambino 28/06/2011

E ieri sera il pullman di Tamarreide sbarcò nella città d’arte italiana per eccellenza: Firenze. Ma i giovani tamarri, occupati a rimorchiare e fare spese fashion, hanno preferito farsi un aperitivo piuttosto che un giro dentro gli Uffizi. Hanno preferito giocare a pallone: “In una piazza dove non si può” e chiamare il David di […]

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E ieri sera il pullman di Tamarreide sbarcò nella città d’arte italiana per eccellenza: Firenze.

Ma i giovani tamarri, occupati a rimorchiare e fare spese fashion, hanno preferito farsi un aperitivo piuttosto che un giro dentro gli Uffizi.

Hanno preferito giocare a pallone: “In una piazza dove non si può” e chiamare il David di Michelangelo semplicemente: “Davide, perché è lo stesso!”.

Io m’incazzo, non so voi. Continuo a non comprendere il senso del programma, continuo a non individuarne l’aspetto sociologico, né tantomeno quello educativo.

M’immagino solo un’invasione di 16enni che hanno finito da poco la scuola. Guardare da casa il programma e pensare: “Andrò a fare scorpacciata di figa a breve…”.

Non solo cultura, ma non solo spazzatura. Tamarreide è uno pseudo documentario per carità, montato pure discretamente, ma rimane pur sempre un progetto vuoto che, oltre a parlarci e mostrarci discoteche, corpi seminudi e oleati, aperitivi, massaggi e amplessi giusto per la pura legge della “carne” non ci mostra altro.

Non importa se Cristiana piange e chiede a Melissa di cambiarla, non importa se Claudio racconta ad Antonio di guadagnare appena 800 euro al mese (quando è chiaro che vorrebbe e che farà presto palesemente altro, e 800 euro gli vedrà solo in una sera), non importa se Marika racconta di essere comunque una donna fragile, perché questi aspetti non addolciscono la pillola rendendolo un programma dal quale trarre qualsivoglia spunto nobile o improvvisamente educativo.

Questi sette ragazzi sono fragili e insicuri, ostentano disperatamente il loro fisico perché non hanno altro da raccontare, e non hanno altro da fare vedere. La loro insicurezza si trasforma in esibizionismo, narcisismo cronico e strusciate a tempo di musica.

Altro non c’è, non provateci nemmeno.

Fiammetta Cicogna? A casa, subito… tanto non se ne accorge davvero nessuno.

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