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Pride Month 2023, #8 Drusilla Foer, non-icona gay: la boccata d’aria fresca che mancava alla comunità LGBTQIA+

Emanuela Longo 08/06/2023

Se Drusilla Foer è una geniale invenzione nata dalla mente e di Gianluca Gori, ciò che ha detto sulla comunità LGBTQIA+ (della quale non si sente una rappresentante, se non di se stessa e della sua unicità) è reale e condivisibile. Motivo per il quale l’ottavo personaggio della nostra rassegna del Pride Month 2023 è […]

Se Drusilla Foer è una geniale invenzione nata dalla mente e di Gianluca Gori, ciò che ha detto sulla comunità LGBTQIA+ (della quale non si sente una rappresentante, se non di se stessa e della sua unicità) è reale e condivisibile. Motivo per il quale l’ottavo personaggio della nostra rassegna del Pride Month 2023 è proprio lei. 

Pride Month 2023, #8 Drusilla Foer

Drusilla Foer, Pride Month 2023

Drusilla Foer per il mondo arcobaleno potrebbe rappresentare un personaggio “controverso”. Questo perché non ha mai parlato a nome di una comunità bensì della sua “unicità”. Non ha mai realmente creduto – né voluto – di poter incarnare le problematiche e le rivendicazioni LGBTQIA+.

Tuttavia Drusilla ha la capacità assolutamente autentica e straordinaria di far passare temi delicati e complicati con la rapidità di una battuta, un occhiolino o un piccolo gesto vestendo un’identità in cui si riconosce senza dubbio ma che non prevede né un “involucro” convenzionale di genere né tantomeno un’età.

Ciò che rende Drusilla una non-icona gay ma al tempo stesso un personaggio strettamente legato alla comunità rainbow è una parola ben precisa che racchiude tutta la sua essenza: scelta. Scegliere chi essere, senza il timore dei giudizi e dei pregiudizi. Scegliere chi vogliamo essere senza che sia un governo ad imporre la sua di scelta. 

Proprio a proposito di temi “scottanti”, quello di identità di genere ha scaturito del nervosismo. Drusilla Foer in una intervista a La Stampa di qualche tempo fa aveva commentato:

Sì, ma il vero problema è che il 70% delle persone faticano a capire. Allora, prima di tutto ci vorrebbe un omino che si mettesse lì, su una rete nazionale pubblica per dare fiducia nelle istituzioni, e spiegasse – come a un bambino di cinque anni – che cos’è l’identità di genere.

Ognuno si veste come vuole, bacia chi vuole, si sente come vuole, è molto semplice. Dove nasce allora il problema? Dal fatto che ogni libertà presuppone una responsabilità, e più le libertà sono ampie, più c’è il rischio dell’inciampo su chi non ha le stesse consapevolezze. Provo a farla facile: è bellissimo fare il ciclismo, perché è uno sport che fa bene ai polmoni e allena i muscoli, ma bisogna stare attenti alle auto che passano accanto; e gli automobilisti devono stare attenti alla logica del ciclismo, e anche rispettare le tutine orrende che si mettono i ciclisti naturalmente. Ci vorrebbe una tale chiarezza su cos’è la discriminazione sul genere…

E sulla legge Zan aveva aggiunto:

La vedo soprattutto come un investimento a lungo termine. Magari ci sarà sempre un padre di famiglia che pensa: quel finoc***o-quella tro*a-quel travestito di m…. Conta, però, che non lo dica. Conta ci sia una legge che obbliga, o consiglia, o ispira gli adulti, a fare attenzione al linguaggio che usano coi bambini e gli adolescenti nel momento in cui questi iniziano a percepire la sessualità e la fisicità. Io per prima, da piccola, mi sono sentita autorizzata ad avere dei pensieri perché venivano verbalizzati.

Se una parte della comunità LGBTQIA+ ha definito Drusilla Foer un personaggio fin troppo “esclusivo e classista”, secondo un sondaggio di Gay.it, per la maggior parte del mondo rainbow rappresenta però una vera e propria boccata d’aria fresca che forse un po’ mancava. E che ci meritiamo. Perché dietro alla sua rappresentazione di unicità c’è il più potente e profondo messaggio politico che noi, in quanto parte della comunità, potessimo desiderare.

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