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Morto Gigi Proietti, l’ultima intervista: “L’età avanza e non puoi farci niente…”
Valentina Gambino 02/11/2020
La morte di Gigi Proietti ha letteralmente segnato i personaggi del mondo dello spettacolo e la gente comune. Attore istrionico e talentuoso, con la sua ironia ha saputo portare avanti un certo tipo di comicità di cui sentiremo sempre la mancanza. La sua ultima intervista alcune settimane fa rilasciata a Repubblica. Morto Gigi Proietti, la […]
La morte di Gigi Proietti ha letteralmente segnato i personaggi del mondo dello spettacolo e la gente comune. Attore istrionico e talentuoso, con la sua ironia ha saputo portare avanti un certo tipo di comicità di cui sentiremo sempre la mancanza. La sua ultima intervista alcune settimane fa rilasciata a Repubblica.
Morto Gigi Proietti, la sua ultima intervista
Il rapporto con l’età? La vecchiaia c’è e non puoi farci niente. Non mi ricordo chi ha detto: “Alla mia età, la malattia è questa”. E’ una malattia da logoramento, però non mi va di essere pessimista, ringrazio i miei genitori per il senso dell’ironia. Aiuta. Pensi ai capelli. Mi sono liberato da quando non mi tingo più. Girando Il maresciallo Rocca cominciavo a imbiancare, bisognava ritoccare sempre: sembravo incatramato.
Una volta venne uno a farmi la tinta a casa e uscì fuori un colore violaceo. Sul set erano disperati. Allora ho deciso di tagliarmi i capelli. Per abituarti al bianco ci metti tempo, passi davanti a una vetrina e ti domandi: chi è quel signore anziano?
Gigi Proietti aveva parlato anche dell’attuale emergenza sanitaria:
Non sono un guascone, la situazione è seria e poi spuntano quelli come Trump, pericolosissimi. Ci si fa belli trasgredendo. Quando parlano del coronavirus in TV dicono tutto e il contrario di tutto. E lo dicono insieme, nello stesso programma. Nessuno obietta: ma che state a di’?
Lo scorso aprile, in pieno lockdown è stato ospite di Propaganda Live e, anche in quel caso, aveva parlato del Coronavirus, facendo una riflessione sugli anziani:
Se vogliamo essere seri, non esiste un momento della civiltà nel quale gli anziani – ma chiamiamoli pure vecchi – non sono stati rispettati come è successo adesso. C’è stata mancanza di rispetto. (…) Ho pensato molto. E ho capito che, da un 35 anni a questa parte, dovremmo avere molte scuse da parte di chi ha organizzato la vita sociale, dai politici e dalla classe dirigente. Mi sono chiesto se anche io ho qualche responsabilità.