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Manuela Arcuri parla del suo spot considerato il più brutto del 2010. Marra: “Quelli che criticano la pubblicità sono stolti”

di Laura Errico

Pubblicato il 2010-12-22

Manuela Arcuri, l’attrice che abbiamo visto in questa stagione televisiva, insieme a Gabriel Garko nella fiction Il peccato e la vergogna, ha vinto il “premio” per lo spot più brutto del 2010. La pubblicità è quella nella quale Manuela Arcuri presenta l’ultimo libro scritto da Alfonso Luigi Marra, dal titolo Il labirinto femminile. Non solo lo …

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Manuela Arcuri, l’attrice che abbiamo visto in questa stagione televisiva, insieme a Gabriel Garko nella fiction Il peccato e la vergogna, ha vinto il “premio” per lo spot più brutto del 2010.

La pubblicità è quella nella quale Manuela Arcuri presenta l’ultimo libro scritto da Alfonso Luigi Marra, dal titolo Il labirinto femminile. Non solo lo spot è stato criticato per la bassa qualità, ma anche la stessa recitazione della Arcuri.

L’attrice ha parlato di tale spot sulle pagine del settimanale Tv, Sorrisi e Canzoni, dicendo di essere stata contattata dallo stesso Alfonso Luigi Marra, che l’ha reputata adatta ad attirare l’attenzione, in quanto lei è un personaggio noto e popolare. Poi ha asserito di non aver letto il libro, però si è accertata che fosse interessante ed ha aggiunto che ogni parola della pubblicità è stata decisa dallo scrittore.

Anche Alfonso Luigi Marra ha detto la sua sul settimanale di Alfonso Signorni. Secondo lo scrittore non è possibile ritenere brutto lo spot, in quanto è stato visto da milioni di persone e perchè l’Arcuri è splendida ed è inquadrata fino al collo.

Parla una percentuale infinitesimale di stolti che non ha letto il libro!,

ha aggiunto poi lo scrittore, il quale ha sottolineato che il libro ha già venduto 50mila copie. Infine sul giornale Alfonso Luigi Marra ha raccontato brevemente di cosa parla il suo libro.

E’ un epistolario sentimentale via sms fra una giovane avvocatessa e il titolare dello studio dove lavora. Nei rapporti di coppia privilegiamo lo strategismo sentimentale a discapito di una visione dialogica.

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