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Elena Di Cioccio: “Sono sieropositiva, ho l’Hiv”, dal suicidio della madre alla violenza, la confessione shock

Valentina Gambino 29/03/2023

Elena Di Cioccio, nel corso della nuova puntata de Le Iene andata in onda ieri, ha deciso di non nascondersi più: “Sono sieropositiva, ho l’Hiv”, ha raccontato commossa. Nel suo libro “Cattivo sangue”, parla anche della sua storia fatta di abusi, botte e lutti da metabolizzare compreso il suicidio della madre. Elena Di Cioccio: “Sono […]

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Elena Di Cioccio, nel corso della nuova puntata de Le Iene andata in onda ieri, ha deciso di non nascondersi più: “Sono sieropositiva, ho l’Hiv”, ha raccontato commossa. Nel suo libro “Cattivo sangue”, parla anche della sua storia fatta di abusi, botte e lutti da metabolizzare compreso il suicidio della madre.

Elena Di Cioccio: “Sono sieropositiva, ho lì’Hiv”

Elena Di Cioccio si è raccontata alle Iene ma anche su Vanity Fair e Il Corriere della Sera dove ha spiegato: “A 15-16 anni ero difficile, a 18 incazzatissima, facevo uso di cocaina, avevo una proprietà di linguaggio che mi permetteva di intavolare discussioni, e non avevo paura di niente, fuori. Dentro, di tutto”.

A salvarla ci ha pensato sua madre quando aveva 22 anni: “Ci ho messo mesi a smettere, ma ce l’ho fatta: sono militare quando decido una cosa. Mai più fatto uso”.

Sua madre, a modo suo, è stata sempre presente. La stessa cosa non si può dire del padre, il batterista e leader della Pfm Franz Di Cioccio:

Su mio padre non ho molto da dire, a parte che ognuno ha le sue priorità. Io ho capito tardi di averne, ero sempre in scena in funzione di altri.

La violenza e il suicidio della madre

Elena Di Cioccio ha scoperto di essere sieropositiva l’11 febbraio del 2002. Alle sue relazioni importanti ha sempre confidato tutto ma con uno non è andata bene:

C’è chi mi ha accolta e chi ha finto e poi è stato un carnefice. Ogni carnefice ha bisogno di una vittima e viceversa, io con la mia autostima sottozero ero una facile preda.

Mi ha pestata a sangue e lasciata sull’asfalto. Sì, terribile. Ma ci concentriamo sempre sulle botte e poco sulla violenza psicologica. Avere paura tutti i giorni che stia per succedere qualche cosa è un continuo fare a pezzi la tua autonomia. Io avevo toccato il fondo.

In quella occasione ha pensato di farla finita:

Ricordo bene quel giorno, io con i piedi che sporgono dal cornicione del palazzo dove ero cresciuta, e il suo messaggio: “Adesso mando a tutti i numeri della mia rubrica, che è quasi identica alla tua, che sei una sieropositiva di merd*”. Sentivo di essermi infilata in un tunnel, come quelli che mentono sulla laurea o che hanno i debiti o vengono licenziati e non lo dicono in famiglia, come nell’Avversario di Carrère.

Nel 2016 il suicidio della madre:

Il lutto di una madre è sempre devastante, comunque muoia. Nel mio caso lei era la mia unica figura genitoriale. Era depressa e io le avevo anche confessato i miei timori di essere trascinata giù con lei: mi aveva salutata, aveva capito». Pausa. «All’inizio ti occupi delle cose burocratiche e ti tieni occupato, poi entri in un’altra fase del lutto: lì mi sono resa conto che avevamo la stessa dinamica, che avrei fatto una brutta fine anche io, se non fossi cambiata, del resto avevo accarezzato più volte l’idea di farla finita. Ho deciso di dare una svolta. Avevo da parte dei soldi grazie al mio lavoro e mamma mi ha lasciato qualcosa, quindi potevo anche fermarmi, occuparmi di me.

Fino alla svolta:

Da dove ho iniziato? In campagna, nella casa della mia amata nonna, mi sono messa a tagliare la legna, pulire il giardino, costruire mobiletti. Ha presente le cose che si fanno nei montaggi cinematografici?

Sì, ma il mobiletto di legno poi non lo fa nessuno davvero. Io sì! Poi a un certo punto ho detto: ho bisogno del mio mestiere. Sono un’attrice, una performer. Ma erano solo dei gran “ti richiamo”, e poi il nulla. Era molto peggio di quello che mi aspettavo: poi per fortuna ho trovato due meravigliose agenti e sono tornata a fare progetti, film, radio. E ora finalmente esce il libro.

 

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