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Coppia gay picchiata a Roma: “Non è omofobia”, parla legale degli aggressori. Perché serve una legge per atti di odio omotransfobico

di Emanuela Longo

Pubblicato il 2024-07-22

Coppia gay picchiata a Roma: interviene l’avvocata dei quattro aggressori. Perché in Italia serve una legge contro l’omofobia

“Succede anche agli etero di essere aggrediti”: così una follower della nostra pagina Instagram ha commentato le parole di Emma, che si è espressa sulla vergognosa aggressione omofoba a Roma. Perché, inutile girarci intorno, di omofobia si tratta. 

Coppia gay picchiata a Roma: il perché di una legge contro l’omofobia inesistente in Italia

Coppia gay picchiata a Roma

I quattro autori (tre ragazzi e una ragazza) delle violenze inaudite a scapito di una coppia di ragazzi, presi a pugni, cinghiate e calci fortunatamente sono stati identificati nelle passate ore grazie alle segnalazioni giunte a Gay Help Line.

Poco più che ventenni, incensurati e omofobi. Perché chi si scatena contro due ragazzi, picchiandoli ed insultandoli con frasi violente sul proprio orientamento sessuale, sì, sono omofobi

Stando ad una prima ricostruzione, tutto sarebbe nato da una lite stradale (ed allora cosa c’entrano gli insulti omofobi? Ricordo che anche quella verbale è da definirsi violenza, qualora qualcuno lo dimenticasse). Pare che la coppia, mano nella mano, stesse attraversando la strada mentre giungeva l’auto. Ma ai quattro giovani violenti (e su questo nessuno potrà dire il contrario), cosa avrà dato fastidio? Quelle mani intrecciate o il tentativo di attraversamento? Ed a prescindere dalle motivazioni, sarebbero sufficienti per far scatenare un istinto animalesco che ha portato alla colluttazione con calci, pugni e cinghiate?

Secondo il loro legale, l’avvocata Annamaria Altera, i quattro sarebbero “consapevoli e pentiti” ma “non sono mai stati animanti da intenti discriminatori o sentimenti omofobi”. Nessuna discriminazione, dunque. 

“Mai hanno proferito espressioni discriminatorie e/o omofobe; né sapevano che i due ragazzi fossero omosessuali. Occorre precisare – si legge nella nota – che, sebbene la lite sia nata da un diverbio per motivi attinenti alla viabilità stradale e non per questioni discriminatorie, i quattro ragazzi sono consapevoli e pentiti di aver avuto una reazione decisamente scomposta e sproporzionata alle provocazioni dei due ragazzi omosessuali”. Tuttavia, prosegue la legale, “i quattro ragazzi in questione non sono disponibili ad essere additati quali responsabili di fatti diversi da quelli realmente accaduti, come pretestuosamente ed artatamente propinati da taluno”

Ad ogni modo, l’episodio apre ad una nuova riflessione: se per l’avvocata non si è trattato di omofobia, occorre sottolineare che in Italia non ci si può comunque appellare a una legge contro l’omofobia. Perché molto semplicemente non esiste. Motivo di ulteriore indignazione. 

Nel frattempo, Gay Help Line ha organizzato un sit-in per mercoledì 24 luglio proprio nel luogo dell’aggressione. Ecco la nota:

Continuiamo a incoraggiare chi ha visto qualcosa a dare la propria testimonianza, che sarà utile per chiarire il quadro dei fatti e le responsabilità individuali. Lasciamo ora che il sistema delle tutele faccia il suo corso, facendo attenzione a ricordare che nel nostro Paese non è ancora prevista una legge specifica per atti di odio omotransfobico. Questo vuol dire che in sede giuridica non si terrà conto delle ragioni che hanno scatenato e determinato la violenza, quella violenza che ci ha fatto indignare. Significa che, pur stabilite le responsabilità penali, questo episodio non potrà essere registrato e annoverato in un sistema di monitoraggio istituzionale dei crimini d’odio omotransfobici. Per questa ragione la risposta pubblica generata da questo episodio ha grande valore: la cultura del rispetto e della solidarietà tra tutte le comunità può concretamente cambiare le cose, ispirando azioni concrete. Con questo obiettivo invitiamo tutti alla partecipazione al presidio di attivazione contro la violenza, mercoledì 24 luglio ore 19 un sit-in nel luogo della aggressione.

Ed alla follower che, in modo superficiale, constatava come quanto accaduto alla giovane coppia gay succeda anche agli etero, riproponiamo la risposta data in pagina, così, per ricordare anche a lei l’importanza di una legge contro l’omofobia. Ma che in Italia non c’è.

 

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