Annozero
Annozero, ultima puntata. Santoro: “Disponibile a rifare questo programma a costo di un euro a puntata” – VIDEO
Emanuela Longo 10/06/2011
Ieri ha chiuso i battenti con la sua ultima puntata definitiva, il talk show politico condotto da Michele Santoro sulla seconda rete Rai, Annozero, in una puntata più elettrizzante del solito, in cui ovviamente l’attenzione del telespettatore si è concentrata nello specifico sull’anteprima del programma e sul discorso fatto dallo stesso Santoro, il primo dopo […]
Ieri ha chiuso i battenti con la sua ultima puntata definitiva, il talk show politico condotto da Michele Santoro sulla seconda rete Rai, Annozero, in una puntata più elettrizzante del solito, in cui ovviamente l’attenzione del telespettatore si è concentrata nello specifico sull’anteprima del programma e sul discorso fatto dallo stesso Santoro, il primo dopo la notizia del suo addio dalla televisione di Stato. E così, dopo la mancata conferenza stampa, il giornalista ha voluto concludere la sua avventura (almeno per ora) con un monologo in apertura, una provocazione bella e buona a Paolo Garimberti in particolare ma in generale ai vertici Rai.
Caro presidente Garimberti, se fossi in lei, non mi preoccuperei di ciò che sto per dire, ma di quello che lei sta per fare per la Rai. Io sono artefice del mio destino, ma chi è il vero artefice del destino della Rai?,
esordisce il conduttore.
Io sono un giornalista della Rai, ho cominciato più di 30 anni fa in uno studio della Rai di Napoli: c’era un tecnico straordinario, si chiamava Raffaele Ierardi, che veniva sempre in giacca e cravatta e non tollerava la cattiva qualità. Era uguale a quei tecnici con i camici bianchi degli studi di Torino. […] Loro guadagnavano bene […], ma erano uomini della Rai.
Continua Santoro con la sua provocazione:
La scorsa settimana Adriano Celentano si è avvicinato a Mauro Ricci, uno degli operatori storici e gli ha detto “Tu sei bravissimo, vorrei tornare a lavorare con te”. Lui si sente uno della Rai; Adriano Celentano non è uno della Rai? Anche Adriano Celentano è della Rai. E allora chi è l’artefice che impedisce ad Adriano Celentano, da più di cinque anni di fare un programma per la Rai? Io sono della Rai. Ma il cda della Rai è della Rai?,
si domanda Santoro, prima di parlare del suo presunto passaggio a La7, argomento atteso da molti e del suo stipendio.
Io sono orgoglioso del lavoro che faccio e sono anche figlio di un macchinista delle ferrovie che con il suo stipendio ha mandato cinque figli all’università […]. Quando si attaccano quelli come me, si attacca la possibilità per la gente come mio padre di avere un sogno.
Il monologo prosegue toccando anche il tema dei continui attacchi ricevuti da più fronti da Annozero, nonostante gli ottimi risultati in termini di ascolti.
Accenno anche all’ex direttore generale Masi (“Non era artefice di niente…”) e al neo direttore generale Lorenza Lei (“Che invece vorrebbe essere artefice di tutto…”).
Conclude Santoro, rivolgendosi ancora al presidente Garimberti:
Ho fatto un accordo che metteva fine alla vicenda giudiziaria, ma in questo accordo c’è scritto a lettere maiuscole “Santoro può continuare a collaborare con la Rai anche da domani”. Mi piacerebbe che lei, che è artefice del suo destino, come io del mio, facesse una discussione nel suo cda, perché voglio capire una buona volta se una trasmissione come questa voi la volete o non la volete. […] Perché io non ho firmato con nessun altro editore e quindi da domani potrei essere disponibile anche a rifare questo programma a costo di un euro a puntata nella prossima stagione, altrimenti ognuno faccia quello che vuole.
Chiude così Santoro la sua anteprima nel corso della quale, di sicuro, in appena 10 minuti di monologo, è riuscito a togliersi un bel po’ di sassolini dalle scarpe.