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Star Academy

Alfonso Signorini dopo la prima di Star Academy: “Perché i talent musicali non funzionano?”. Amici è l’eccezione

Valentina Gambino 04/10/2011

Il consueto appuntamento con l’editoriale di Alfonso Signori che apre il nuovo numero del settimanale Tv, Sorrisi e Canzoni, da oggi in edicola, questa volta comincia con un interrogativo più che lecito presente già nel titolo: “La tv sa cogliere l’anima della musica?”. Questa è la domanda che si pone e pone Signorini dopo una […]

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Il consueto appuntamento con l’editoriale di Alfonso Signori che apre il nuovo numero del settimanale Tv, Sorrisi e Canzoni, da oggi in edicola, questa volta comincia con un interrogativo più che lecito presente già nel titolo: “La tv sa cogliere l’anima della musica?”. Questa è la domanda che si pone e pone Signorini dopo una riflessione sulla forza della musica, derivante da una serata trascorsa con gli amici, all’insegna di un grande show, “tutto da cantare e da ballare”, quello tenutosi qualche sera fa da Zucchero, all’Arena di Verona.

Una riflessione che si va ad intensificare ancora di più dopo la prima puntata del talent show musicale di RaiDue, condotto da Francesco Facchinetti, Star Academy, i cui risultati in termini di ascolto sono stati più che deludenti (1.352.000 telespettatori, share 6,41%).

Possibile che solo sei telespettatori su cento avessero seguito uno show che, oltre a proporre tanti giovani di belle speranze, aveva come ospiti Biagio Antonacci, Marco Mengoni e Max Pezzali?

E’ questo il primo quesito del direttore di Sorrisi, al quale segue un’osservazione che andrà poi a suscitare la domanda primaria intorno alla quale ruota l’intera riflessione:

Anche X Factor, lo scorso anno, non ebbe un grande seguito (vedremo che cosa succederà dopo la “cura” a cui lo sta sottoponendo a Sky la mia amica Simona Ventura). Così mi sono chiesto: perché i talent musicali (con la sola eccezione di Amici, che è qualcosa di più e di diverso) non funzionano, mentre le piazze e le arene dove si esibiscono quegli stessi artisti sono pieni di folla?

Le possibili risposte, a detta di Signorini, potrebbero essere a questo punto due: o la musica va assaporata solo nelle piazze, prevedendo così il contatto diretto tra ascoltatore ed artista, oppure c’è qualcosa che non va nella tivvù, che non avrebbe ancora capito “come trattare questo cibo dell’anima”.

Forse il problema sta proprio qui: nel fatto che raramente la tv mostra di avere un’anima. E la musica senz’anima diventa poco più di un rumore,

conclude il suo editoriale, con un pizzico di giustificata amarezza.

Voi che ne pensate?

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